Nestor cum tertiam aetatem iam ageret, quae id omne complectitur spatium temporis

cum aliorum sit iudicium, tum libri plaerique nostri testentur. Tu vale et me, ut facis, ama.

F. si presenta esplicitamente come un alter Nestor, richiamandosi esplicitamente al modello mitico del capo greco, il quale onusto di anni contribuì al successo dei Greci nella guerra di Troia non con la forza fisica, ma invero con la saggezza dei suoi consigli e con l'eleganza retorica dei suoi discorsi. Allo stesso modo, F., il quale ha ormai superato la soglia della terza età, vuole rendersi utile con le esortazioni rivolte ai principi della Cristianità ad intraprendere la guerra contro i Turchi, che rovinano e distruggono tutto. Questo è il compito cui egli si vota con tutte le sue energie. Sarebbe auspicabile, infatti, che le altre potenze intervenissero militarmente in tale conflitto, affiancando gli sforzi che gravano ora esclusivamente sulla Serenissima, senza la cui strenua attività di difesa l'Italia sarebbe destinata in breve a cadere nelle mani del nemico. Sullo stesso tema F. dichiara di avere scritto due componimenti in distici elegiaci indirizzati al Papa Sisto IV, dei quali uno in latino e l'altro in greco, per esprimere i medesimi concetti. Pertanto ha inviato tali elegie anche a L. Foscarini, per affidarli al suo giudizio e ricevere dall'illustre amico il consenso e l'approvazione, che gli sono negati dai suoi contemporanei. Nondimeno F. dichiara di essere il solo a scrivere in greco e latino e a coltivare tutti i generi letterari, in prosa e in poesia, in entrambe le lingue.

F. aveva già espresso a L. Foscarini le ragioni in favore di una guerra contro i Turchi in una lettera-trattato: ep. XIX 13 (Milano, 1 agosto 1463).