Lettera a Giovanni Giacomo Simonetta al congedo dal discepolato con consigli sulla migliore condotta quale cortigiano presso gli Sforza

Dati opera: Epistolae collectae, XXXV 28
Dedicatario/Destinatario: Simonetta Giovanni Giacomo 
Lingua: Latino
Greco Antico
Incipit: 
Scio equidem non dubitare te, Iohannes Iacobe Simoneta, tuum a nobis discessum non parum mihi molestiae attulisse
Explicit: 
in hanc usque diem non dignitate minus et gratia caeteris omnibus, quam fide integritateque praestitisse. Vale.
Data attestata o attribuita: Ex Mediolano VIII Kalendas Iulias MCCCCLXXII.
Luogo: Milano
Data normalizzata: 24-giu-1472
Parole chiave / keywords: amicizia
pedagogia
scuola e insegnamento
Regesto: 
F. si rammarica del distacco di Giovanni Giacomo Simonetta, giovane modesto e di ottimi costumi, il quale ha deciso di concludere il discepolato presso di lui, del resto dalla familiarità con lui ha imparato tutto quello che gli conveniva di apprendere e che gli gioverà per gli impegni futuri. Tuttavia, F. non può esimersi dall'esprimergli la sua tristezza al riguardo, anche se deve accettare con serenità il suo allontanamento, confidando che nello spirito dell'amicizia autentica sarà mantenuta la comunanza dei beni. Di fronte a sé ha l'esempio del principe Galeazzo Maria Sforza, il quale mostra un'impareggiabile acutezza di giudizio e capacità di discernimento, distinguendo a prima vista la simulazione e non tollerando la menzogna. Anche G. G. Simonetta dovrà mostrare la cortesia dell'eloquio evitando ogni tratto scurrile o volgare, cercando di mostrare la serietà e l'amore per lo studio che sono sempre apprezzati. D'altra parte deve seguire l'esempio di suo padre Cicco, il quale è altamente stimato da tutti e gode dell'approvazione generale. Inoltre, F. loda l'esempio dell'educazione spartana, sanzionata dalle leggi di Licurgo, che vietava ai ragazzi di parlare, a meno che non fossero interrogati. Allo stesso modo è raccomandabile per il giovane Simonetta l'amore per l'esercizio intellettuale, la pietà e l'osservanza della religione e la ripulsa dell'accidia e dell'avidità di denaro, che è il vizio più turpe e deprecabile. Anche per quest'aspetto il padre Cicco è un esempio insigne per la sua sapienza. Se il figlio Giovanni Giacomo seguirà questi consigli sarà molto caro al principe Galeazzo Maria ed eccellerà alla Corte degli Sforza, che i membri della sua famiglia servono da sessant'anni.
Indice lessicale: abitio
adulatio
amicus
assentatio
avaricia
consuetudo
cupiditas
desidia
dignitas
eloquentia
fortuna
gravitas
integritas
iusticia
laus
lenitas
levitas
modestus
molestia
parsimonia
ratio
res pecuniaria
rusticitas
scurrilitas
Sphortianus
suspicio
virtus
vitium
Indice onomastico-Persone: Sforza Galeazzo Maria 
Simonetta Francesco 
Riferimenti bibliografici: Francesco Filelfo, Collected letters. Epistolarum libri XLVIII. Critical edition by Jeroen De Keyser, vol. III, Alessandria, Edizioni dell’Orso, 2016 (Hellenica, 54), pp. 1517-1518.
Responsabile della scheda: Salvatore Costanza (2015-02-19)
Revisore della scheda: Giorgia Paparelli (2023-06-12)
Ultima modifica: 28-apr-2023
Creazione: 28-apr-2023
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