Cum ad Kalendas Maias Urbinum pervenissem per continuos imbres praeruptasque salebras, non solum Urbini, verum etiam per universum iter Mantuam

verum etiam promittas spondeasque me omnino brevi rediturum et meae erga se fidei nulla ex parte defuturum. Vale.

F. descrive al card. Giovanni Arcimboldi le vicissitudini del suo viaggio da Roma, funestato dalle voci di una pestilenza che imperversa in queste regioni, ora che dopo una sosta ad Urbino è giunto a Mantova. Si deve rallegrare, invece, di quanto sentito dagli amici riguardo ad Arcimboldi, il quale è degno del cardinalato quanto del pontificato, al quale F. spera che egli pervenga grazie alla divina Provvidenza e col consenso di tutti i giusti. Infine, lo prega di raccomandarlo al S. Padre e di promettergli che sarà a breve di ritorno a Roma.