Quam elegiam Graecis versibus hoc ipso die, quo eadem haec a me scripta est

nam si veniret honesto pretio, eum nobis libenter compararem. Vale.

F. chiede all'Orsini un parere su di un'elegia greca che egli ha scritto e inviato a Pio II. Spera che nel frattempo l'amico abbia ricevuto la 'Sforziade' e che gli faccia sapere presto cosa ne pensa. Il poeta si meraviglia che l'Orsini non gli abbia ancora dato le informazioni chieste nella precedente lettera [XIX 2] circa un libro di Platone che Filelfo ha saputo da Giacomo Perleoni che verrà messo in vendita. Se il prezzo fosse ragionevole, il poeta chiede all'Orsini di acquistarglielo.