Petieram abs te mutuo, pater amplissime, equos duos ad municipium Pisleonem usque

Interim vale, et me ama (ut facis). Ego rem apud principem confeci ex sententia mea.

F. ribadisce al vesc. Giovanni Stefano Bottigella di avergli chiesto due cavalli in prestito, essendo in difficoltà e non trovando cavalli in vendita e di aver fatto interessare il segretario ducale, Cicco Simonetta, il quale l'ha rassicurato della liberalità del Bottigella nei suoi confronti. Del resto, come dice il proverbio, i beni degli amici sono comuni. Infine gli ricorda di avergli già mandato, tramite un suo servo, gli scritti di Barlaam Calabro contro Platone e gli promette di inviargli a breve la confutazione del cardinal Bessarione.

Sulla polemica contro le tesi antiplatoniche esposte da Barlaam Calabro, cfr. l'ep. XXXI 39 a Bessarione del 9 dicembre 1469, in cui F. si congratula per la brillante confutazione del Niceno.