Lettera a Sforza Secondo Sforza con considerazioni politico-militari sull'attualità

Opera: Epistolae collectae XLII 13
Dedicatario/Destinatario: Sforza Sforza Secondo 
Lingua: Latino
Incipit: 
Cum primum revertissem Mediolanum, Sphortia Secunde, vix aliud mihi quicquam potius fuit quam ut de te quaererem
Explicit: 
reliquum est ut profectioni in Transalpinos Gallos te accingas; quam ipsam et tibi fortunatam ac felicem et Italico nomini gloriosam fore vaehementer opto. Vale.
Data attestata o attribuita: Ex Mediolano, VIII Nonis Augustis MCCCCLXXV.
Luogo: Milano 
Data normalizzata: 5-ago-1475
Parole chiave / keywords: capitani di ventura
diplomazia
epistola laudatoria
informazioni politico-militari
storia
Regesto: 
Appena tornato a Milano, F. ha chiesto notizie di Sforza Secondo, che per le sue doti e la sua buona indole egli ha ammirato fin da quand'era ragazzo e che ora ammira ancor di più, venerandolo per le sue qualità e le sue gesta mirabili di comandante militare ducale presso Carlo di Borgogna. F. loda, quindi, la sua attività e solerzia, citando vari esempi antichi contro l''otium', che non conviene certamente ad un sovrano. Pertanto, bisogna biasimare l'inerzia di Ferrante d'Aragona, re di Napoli, il quale si astiene dall'attività bellica, mentre in questi ultimi venti anni per l'Italia, che è stata costantemente preda degli eserciti stranieri, sono state sottovalutate le minacce provenienti non solo dai Turchi, ma anche da Germania e Francia. In tale frangente l'indifferenza per le armi si traduce nella negligenza dei giovani per le armi e un'ignavia generale. Quindi, ci si attende l'opera benemerita di Sforza Secondo e di Carlo I di Borgogna, e il loro esimio valore militare. Del resto il vizio più sordido per un principe è l'avidità, la volontà di accumulare i tesori di Creso. Sforza Secondo deve agire secondo le aspettative corrispondenti ai suoi altissimi meriti, rispettando la religione e mostrandosi devoto al pari di Carlo di Borgogna, il quale è noto per la sua 'pietas'. Entrambi debbono attenersi ai dettami della divina Provvidenza. Non si deve elogiare la lentezza che non è conveniente all'azione politica del momento, ma è opportuno praticare la morigeratezza, evitando gli eccessi alimentari, come ha mostrato nell'Antichità Cesare, il quale fu sempre parco e temperante. Ugualmente i comandanti militari debbono astenersi e restare continenti. Sforza Secondo deve così conformarsi agli esempi bellicosi dei suoi avi e in particolare di suo padre Francesco Sforza, il quale come i suoi predecessori fu d'animo indomabile, sempre attento alla giustizia e disposto alla clemenza, pur affrontando diversi campi di battaglia.
Indice lessicale: auxilium
aviditas
consilium
desidia
dignitas
exercitatio
expectatio
internicio
laus
lentitudo
magnitudo
mansuetudo
otium
pietas
praestantia
providentia
religio
sobrietas
suspicio
temperantia
virtus
Indice onomastico-Persone: Alessandro Magno 
Augusto Gaio Giulio Cesare Ottaviano 
Carlo I di Borgogna 
Cesare Gaio Giulio 
Ciro II 
Creso 
Ferdinando I d'Aragona 
Filippo II, re di Macedonia 
Francesi 
Italiani 
Sforza Francesco I 
Sforza Galeazzo Maria 
Tedeschi 
Turchi 
Indice onomastico-Luoghi: Alpi 
Italia 
Milano 
Riferimenti bibliografici: Francesco Filelfo, Collected letters. Epistolarum libri XLVIII. Critical edition by Jeroen De Keyser, vol. IV, Alessandria, Edizioni dell’Orso, 2016 (Hellenica, 54), pp. 1728-32.
Responsabile della scheda: Salvatore Costanza (2015-06-08)
Revisore della scheda: Chiara Kravina (2023-03-01)
Ultima modifica: 25-gen-2023
Creazione: 25-gen-2023
Licenza di utilizzo: 
item.fulltext: With Fulltext
item.grantfulltext: open