Buccenthaure tuae miramur imaginis umbram

Iulius hic sanguis, Iulea nobilitas.

Destinatario dell’epigramma morandino è il bucintoro, la galea di stato dei dogi di Venezia sulla quale si imbarcavano ogni anno, nel giorno dell’Ascensione, per celebrare il rito veneziano dello sposalizio del mare. Come altrove, anche qui il Morandi si appella al mito di Venezia-altera Roma, presentandoci sul bucintoro illustri figure dell’antichità romana (gli Scipioni, i Sabelli, Marco Claudio Marcello, l’imperatore Giustiniano), e celebri famiglie della contemporaneità veneziana, tra cui annovera anche i Bembo. Benché per l’umanista riminese i patrizi veneziani siano i discendenti ideali dei romani, il riferimento alle origini troiane resta comunque d’obbligo, come conferma l’ultimo distico contenente un accenno a Troia, al sangue di Iulo e alla nobiltà della sua stirpe.

- Il termine 'Bucentaurus', latinizzazione medievale del veneziano 'buzino d'oro' (burcio d'oro), è attestato in Du Cange et al., Glossarium mediae et infimae latinitatis, éd. augm., Niort, L. Favre, 1883‑1887, t. 1, col. 767c. (http://ducange.enc.sorbonne.fr/BUCENTAURUS).
- Metro: distico elegiaco.