Dubito l’excellentia vostra non se creda ch’el Philelfo, vostro devotissimo servidore

hac una re post inediae subsidium mihi gratius facere nihil potes. Vale splendidissimus principum sydus.

F. lamenta la propria condizione di indigenza poiché a Milano è al tutto trascurato e le sue richieste di aiuto cadono nel vuoto. Pertanto, si rivolge al Gonzaga fiducioso di poter ricevere sussidio nel suo presente stato di indigenza. Chiede, inoltre, al marchese di scrivere al cardinale Francesco Gonzaga, suo figlio, affinché abbia cura degli interessi del F. in Curia.

L'8 marzo del 1466 era morto Francesco Sforza e a F. era venuto meno il suo principale mecenate, il che evidentemente lo spingeva a volgere altrove le sue richieste di aiuto economico.