Quaeris Alexandro quem praelatura per omnes

reddere. Nam Musae te super astra ferent.

Facendo appello al sostegno di Talia, F. rivolge il proprio encomio ad Alessandro Sforza, personaggio degno di somma lode per la sua 'virtus animi' e per le numerose doti che in guerra e in pace lo adornano, dalla forza militare alla sua mitezza ed affabilità (vv. 1-12); non potendo ripagare il signore con doni materiali, F. gli offre la promessa di lode nella sua poesia, garanzia di immortalità a fronte della caducità dei beni terreni (vv. 13-22). Segue una rassegna di celebri 'exempla' della classicità che si sono distinti per la ricerca di una morte illustre, volta all’ottenimento dell’immortalità nella gloria del ricordo (vv. 23-30). Nel finale, F. esorta Alessandro a compiere imprese degne dei suoi predecessori Sforza e del grande Francesco, tali da poter essere glorificate nel canto poetico (vv. 31-38).

- Metro: distico elegiaco.