Per una vostra gratiosissima lettera resposta a quella ve mandai

per fare cosa grata a la vostra inclyta città. Vale.

F. replica alla lettera con cui il Medici aveva risposto alla precedente epistola (vd. Lettere volgari 70), in cui lo confortava e gli chiedeva di indicare il salario che avrebbe voluto per insegnare presso lo Studio di Pisa. F. spiega di aver aspettato a scrivergli poiché questa richiesta gli sembrava essere una dilazione, volta a verificare se fosse possibile revocare il bando. Cita come esemplificazione di quanto intendeva dire l’epistola latina inviata lo stesso giorno (vd. Epistolae collectae, XXXVII 2). Per quanto riguarda la retribuzione, ricorda che nelle ultime occasioni di insegnamento a Firenze riceveva 350 giorni all’anno, come è riportato nei libri del Monte Comune. La sua condotta aveva avuto una durata di tre anni, per terminare nel 1434, quando poi ad agosto era stata riconfermata per altri tre anni, con uno stipendio di 450 fiorini. Questa proroga però non venne mai messa in pratica e da settembre divennero ufficiali dello Studio Niccolò Niccoli e Franco Sacchetti, con i quali F. era entrato in conflitto. Dopo questo fatto, si trasferì a Siena. Chiede a Lorenzo 500 fiorini, informandolo che le sue lezioni, sia in greco sia in latino, sarebbero relative alll’eloquenza e alla filosofia morale, così come aveva fatto in passato a Firenze, leggendo e commentando l’opera dantesca.