Peregregia tua illa epistola, quae abs te profecta anno proximo ad sextum Kalendas Decembres vix tandem ad decimum Kalendas Martias mihi reddita est

verissima enim ea omnes existimant quae fuerint a te scripta viro gravissimo et optimo. Vale.

F. risponde alle precedenti lettere di Ludovico Foscarini e del doge di Venezia, che ha letto e riletto con immenso piacere. Si congratula con quanto esposto dall'amico e si congratula con la Repubblica di Venezia che con inauditi sforzi da sola si oppone alla barbarie dei Turchi, lottando per la difesa e l'incremento della Cristianità. D'altra parte bisogna sperare di coalizzarsi con i nemici orientali dell'impero ottomano per creare un altro fronte ed alleggerire l'impegno bellico della Serenissima contro l'ingente dispositivo militare del nemico.

- Il riferimento di F. al doge di Venezia come comune signore, non solo di Ludovico Foscarini, si riferisce alla concessione della cittadinanza della Repubblica Veneta ottenuta in gioventù.
- Il tema, caro a F., era già stato trattato in alcune epistole precedenti (ep. XIX 13, XXXIV 21).