Non possim non improbum quendam insidiatorem illum ducere cui proximas litteras octavo Kal. Novembres ad me dederas

non enim si es qui ulli te mendacio offeras obnoxium. Vale.

Dapprima F. si lamenta di alcuni incidenti occorsi nella corrispondenza epistolare con Ludovico Foscarini, denunciando lettere smarrite o intercettate da altri e lettere recapitategli a nome di Foscarini, ma suggellate in modo inusuale e, quindi, sospette di falsificazione. F. raccomanda, quindi, Foscarini di essere più attento nella scelta dei suoi corrieri. Passa, quindi, a deplorare gli abusi papali già noti a Foscarini e al suo amico Bernardo Giustiniani. Sugli affari orientali la situazione corrisponde al quadro descritto da Foscarini e confermato dagli ambasciatori del re d'Ungheria Mattia Corvino. Se davvero Maometto II ha sgominato la potenza di Uzun Ḥazan, questo significa un pericolo temibile per l'Italia di essere conquistata dai Turchi. Questo rischio fatale sembra avverarsi per la discordia dei principi italiani in un frangente così critico. F. prega, quindi, Foscarini di informarlo in dettaglio, confidando nella saggezza del suo giudizio.