Nisi te, Lodovice Fuscarine, longe plus nimio magnifacerem et id quidem iure optimo ob egregiam tuam gravitatem summamque virtutem

mihi de rebus illis omnibus diligentius percunctanti renunciarunt nihil esse apud Turcos unius Nicolai Canalis nomine formidabilius. Tu, quid facto opus sit, tenes. Vale.

F. indirizza a Ludovico Foscarini, uomo noto per la sua virtù e sapienza, un appello per la riabilitazione di Nicolò Canal, caduto in disgrazia ed esiliato con la confisca dei beni, dopo la Caduta dell'Eubea addebitata alla sua responsabilità di comandante della flotta, che era stato giudicato attendista e fallimentare, favorendo la presa dell'isola da parte dei Turchi. F. si scaglia contro tale decisione che ritiene motivo d'infamia per la Repubblica di Venezia ed ammonisce Foscarini che tutti gli Stati ed imperi, anche quelli del passato, come Atene e Sparta, Cartagine e Roma, sono caduti per la mancanza di giustizia. Inoltre chiude annunciando che ha saputo da informatori venuti a Milano dall'Eubea e dalla Tracia che nessun nome era tanto temuto tra i Turchi quanto quello del Canal.