Existimo te mirari, quod in hanc diem nihil tibi responderim

ego tamen, utrunque res habent, habeo tibi gratias. Vale.

F. non vuole che Terenzi si meravigli per il proprio silenzio circa i doni che gli ha mandato: la ragione è che desiderava conferma del fatto che i doni fossero davvero destinati a lui. È costume dell'epoca, infatti, mandare regali a persone da cui ci si aspettano in cambio cose di maggior valore; per questo F., che non può offrire nulla, ha pensato che si trattasse di un errore. Qualunque sia stata la ragione, è lieto di averli ricevuti e desidera ringraziare l'amico.

Per l'identificazione del destinatario e per i suoi rapporti col Filelfo cfr. I. Affò, Storia della città di Parma, continuata da Angelo Pezzana: 1449-1476, Parma, 1847, vol. III pp. 237-338; I codici medioevali della biblioteca Trivulziana, a cura di C. Santoro, Milano, Comune di Milano-Biblioteca Trivulziana, 1965, p. 351; R. Fubini, Italia quattrocentesca: politica e diplomazia nell'età di Lorenzo il Magnifico, Milano, F. Angeli, 1994, ad indicem.