Quantum mihi videre videor, pater modestissime Leonarde Gryphe, dicendi artem omnem

aut igitur responde aliquid, aut tibi bellum cum satyro paratum opperire. Vale.

F. sollecita una risposta al vescovo Leonardo Griffi dopo il suo lungo silenzio e lo invita a riprendere la corrispondenza interrotta, allontanando da sé il sospetto di superbi o di pigrizia. L'esempio dei Romani e degli Ateniesi induce, invece, a ricusare l'accidia ed impegnarsi nella vita attiva, come mostra Platone, il quale fondò la sua Accademia in un luogo insalubre, per allontanare i suoi discepoli dalle distrazioni e condurli, invece, alla virtù, imponendo loro un regime di continenza e sobrietà. La dieta proposta da Platone non prevedeva né tordi, né storioni, né altri ricchi alimenti, ma cibi poveri. Anche i Romani offrono diversi paradigmi di tale regime morale di integrità, basti citare Catone, Varrone, Bruto ed altri. Dunque F. conclude, ribadendo l'invito a Griffi di scrivergli.

La spiegazione riguardo al medesimo problema lessicografico inerente all'ittiologia è già stata propota nell'ep. XXXI 7 a Nicodemo Tranchedini del 15 luglio 1469; XXXII 15 ad Alberto Parisi del 25 luglio 1470, nell'ep. XXXIII 6 al medesimo del 18 febbraio 1471 con nuovi argomenti.