Cum memoria mecum repeto magnitudinem

iampridem et perspectum habes et cognitum. Vale cum mirae probitatis adolescente Bernardo tuo vel potius nostro καὶ γάρ ἐμός γεγονώς μαϑητής κοινός ἔστι παῖς.

F. è piuttosto preoccupato, poiché Leonardo lo tiene in sospeso con una lunga intercapedo priva di lettere, e si chiede se ciò sia dovuto a un'opinione negativa che il veneziano si è fatto di lui. Se così fosse, F. certo non ascriverebbe l'ira di Leonardo a un proprio errore, ma alla malignità degli invidiosi, che particolarmente serpeggia verso chi possiede qualcosa, come attesta anche un verso di Sofocle; F. teme molto le insidie di costoro (come il destinatario avrà già capito da lettere precedenti) e prega Leonardo di non prestare orecchio alle voci malevole e detrattrici; chiede infine di portare i propri saluti anche al figlio Bernardo, un tempo discepolo di F. stesso.