Lettera a Giovanni Antonio Feruffini per sollecitare una risposta, con riflessioni sulla sua condizione cortigiana

Dati opera: Epistolae collectae, XXXVII 20
Dedicatario/Destinatario: Feruffini Giovanni Antonio 
Lingua: Latino
Incipit: 
Ut vereor, ne splendidissima convivia ista vestra ac magnificentissimi ludorum apparatus
Explicit: 
totus enim ex meipso pendeo, nec pluris quenquam facio, quam se fieri velit. Vale.
Data attestata o attribuita: Ex Mediolano X Kal. Augustas MCCCCLXXIII.
Luogo: Milano
Data normalizzata: 23-lug-1473
Parole chiave / keywords: amicizia
autobiografia
silenzio epistolare
Regesto: 
F. scrive a Giovanni Antonio Feruffini per lamentarsi del silenzio epistolare che non sa spiegarsi e lo rimprovera di essere distratto dai banchetti e dalla vita opulenta. Anche dell'amico comune Domizio Calderini trattenutosi in Francia, F. non ha più notizie: egli ora imita il silenzio dei Pitagorici oppure soffre di catarro a causa del clima cattivo di quel paese. Infine, F. lamenta la sua condizione cortigiana di dipendenza da Francesco Sforza, che affronta con spirito eroico, anzi filosofico, districandosi fra molte insidie. Lo Sforza, ammirando l'ingegno di F. e la fedeltà dei suoi discorsi, lo ha sempre protetto, concedendogli molti emolumenti. F. domanda dunque una lettera di risposta all'amico, dichiarando di fare affidamento solo su sé stesso e sulle sue capacità.
Indice lessicale: Pythagoricus
convivium
crassitudo
fortuna
inconstantia
pendeo
pituiticus
Indice onomastico-Persone: Calderini Domizio 
Endimione, eroe mitologico 
Sforza Francesco I 
Riferimenti bibliografici: Francesco Filelfo, Collected letters. Epistolarum libri XLVIII. Critical edition by Jeroen De Keyser, vol. III, Alessandria, Edizioni dell’Orso, 2016 (Hellenica, 54), pp. 1585-1586.
Responsabile della scheda: Salvatore Costanza (2015-02-18)
Revisore della scheda: Giorgia Paparelli (2023-06-12)
Ultima modifica: 28-apr-2023
Creazione: 28-apr-2023
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