Magna me profecto sollicitudine tuae proximae litterae levaverunt, quam ex diuturniore tuo silentio conceperam

ut familiaris ille tuus reddat aliquandotandem mea illa scripta una cum epistola cardinali Papiensi. Vale.

F. si rallegra di avere ricevuto finalmente dopo un lungo silenzio una risposta da Giovanni Pietro Arrivabene, segretario del card. Francesco Gonzaga, al quale è molto caro. Allontanati i sospetti sulla precarietà della sua salute, che era motivo di grave preoccupazione, F. si augura che Arrivabene riprenda a scrivergli con regolarità e non sia così parsimonioso di messaggi. Del resto il card. Gonzaga esaudirà tutti i suoi desideri, apprezzandone i costumi e i meriti culturali. F. ha appreso con gioia l'opera intrapresa da Arrivabene in suo favore e lo esorta a curare attivamente i suoi interessi. Infine, sollecita l'amico a fargli riavere alcuni suoi scritti insieme con una sua lettera inviata al card. Giacomo Ammannati Piccolomini.

Dall'ep. XXXVIII 16 al card. Giacomo Ammannati Piccolomini del 12 ottobre 1473 si fa riferimento all'invio di scritti filelfiani al medesimo tramite l'intervento di G. P. Arrivabene e si chiarisce che tra queste opere era compreso il IX libro della Sphortias.