Quoniam novi me tibi esse carissimum, non sum veritus ne frequentiam mearum

Sed non minus celeritate quam diligentia opus est. Vale.

F. scrive un biglietto per sollecitare Ludovico Foscarini ad esaudire le precedenti richieste espresse nelle ultime tre lettere indirizzategli e, malgrado l'insistenza, è sicuro che non gli recherà molestia, considerata l'amicizia reciproca. Per questo, F. continua ancora una volta a pregarlo di esaudire i suoi voti e di dedicargli la sua attenzione, pur essendo pressato da molteplici e gravi affari di carattere privato e pubblico.