Nisi te plurimum amem atque magnifaciam, non ingratus minus sim quam rusticus, princeps optime Frederice

Quod autem animi est grati, in te colendo atque observando nemini unquam cessurus sim. Vale.

F. rivolge una lettera di ringraziamento a Federico da Montefeltro per il beneficio concesso e si congratula col signore di Urbino, il quale elargisce i suoi doni di sua sponte con la munifica generosità con la quale è solito proteggere poeti e intellettuali, di cui ama circondarsi. In tal modo rivela la sua natura e l'eccellenza della sua dottrina, dal momento che secondo una norma generale ognuno ricerca la compagnia dei propri simili.

Sulla concessione del beneficio molto meno spontanea di quanto F. pretenda, si veda l'ep. XXXII 26 a Demetrio Castreno, residente allora alla Corte di Urbino e sollecitato ad intervenire in favore del suo amico presso il suo protettore.