Quanquam noram eo te esse ingenio, ut sine ullis etiam meis litteris facturus omnia fores

ut testudineae illae pecuniae, quas benignitas Sanctissimi Domini nostri mihi libere ultroque decrevit, aliquando tandem istinc moveant pedem. Vale.

F. invia un biglietto di raccomandazione a Giovanni Pietro Arrivabene, in favore di un suo altro scolaro, Giovanni Stefano Cotta, il quale vuole intraprendere la carriera curiale. Pertanto, Arrivabene è pregato di intercedere presso il card. Francesco Gonzaga, del quale egli è segretario, in favore di Cotta. Quest'ultimo è elogiato prevedibilmente per le eccelse doti poetiche ed oratorie, nonché per la probità dei costumi e l'integrità della dottrina. L'encomio delle sue qualità conferma che è un candidato ideale per la Curia e degno di conquistarsi la benevolenza dell'illustre protettore, al quale F. lo commenda. Da ultimo, in margine alla raccomandazione per Cotta, F. non manca di menzionare il donativo promesso da Paolo II e accenna all'amico di adoperarsi in suo favore.

Il riferimento finale al beneficio di cui attende il pagamento riguarda i 400 ducati elargiti a F. da Paolo II per la versione latina della 'Cyropaedia' di Senofonte.