Quantum viri docti et sapientes urbi Athenis debeant, tu, qui vir es doctrina et sapientia singulari, ignorare non potes

ut liquido cognoscat litteras de se meis maximum apud te pondus habuisse. Vale.

F. invia a Ludovico Foscarini una lettera commendatizia in favore di un giovane dell'Ordine dei Predicatori, Alfonso, in procinto di recarsi a Venezia, il quale proviene da Atene. Tutti gli uomini dotti, fra i quali in primo luogo, L. Foscarini, debbono amare e professare un debito di gratitudine nei confronti di tale città. A giudizio di F. anche i resti materiali, monumenti d'architettura e testimonianze epigrafiche sono degne di essere tutelati e venerati. Pertanto, F. si augura che Foscarini riceva quest'ateniese, cultore anche delle lettere latine e lo favorisca in ogni modo possibile. Infine, lo prega di far sapere chiaramente all'interessato il peso che hanno avuto le sue parole di raccomandazione.