Tua erga me beneficia, pater reverendissime, Iuliane cardinalis, nisi perpetua tua memoria prae me ferrem, vel iudicio meo censendus forem ingratus

longe plura tuae claementiae coram exponam; quibus intelliges nil frustra te mihi mandavisse. Vale.

F. rivolge al card. Giuliano della Rovere un encomio dai toni altamente celebrativi, magnificandone i meriti e la dottrina, l'eloquenza e la munificenza, proclamando che sarà sempre riconoscente nei suoi riguardi per i benefici ricevuti e tramanderà ai posteri il suo nome con i suoi discorsi e con i suoi scritti. D'altra parte ha riferito quanto trasmessogli dal card. della Rovere al duca Galeazzo Maria Sforza, signore di Milano, il quale da parte sua lo ringrazia infinitamente e spera di avere occasione per rendersi gradito ai suoi occhi. Il resto del discorso nel dettaglio sarà riferito a voce da F. in occasione del prossimo incontro a Roma.