Quoniam nesciebam quo in loco te litterae meae offensurae essent, pater claementissime (nam quod ab Urbe iam abesses, didiceram)

Interea temporis et bene salvere te et mei memorem esse vaehementer opto. Vale.

F. si congratula per i suoi altissimi meriti, la sua magnifica oratoria e le sue eccelse virtù col card. Iacopo Ammannati Piccolomini, che dichiara di venerare ed amare più di tutti gli altri membri del Sacro Collegio, dei quali nessuno lo eguaglia a tale riguardo. Pertanto è mosso da un fervido desiderio di rivederlo e d'incontrarlo di persona in settembre, se non sarà distolto da qualche impedimento dal viaggio. Di recente, infatti, ha sofferto per la perdita prematura di due figli, Cesare Eufrasio e Federico Francesco, scomparsi in tenera età, rispettivamente a 6 e 7 anni, di cui ha avuto notizia, quando si trovava a Roma. Il secondo dei due gli era particolarmente caro, perché aveva grandi aspettative per il futuro. A causa di tale perdita la moglie, data la naturale debolezza della mente delle donne, si è gravemente ammalata, ma dovrebbe rimettersi secondo i medici. Dunque essendo diretto a Roma in settembre, F. conta di sostare a Siena espressamente per vedere il card. Ammannati Piccolomini.