Si te trux adeo podagra torquet

accedes populo levis susurrus.

F. si rivolge a un non identificato malato di podagra, riconducendo i sintomi della malattia ai turpi vizi del personaggio: la gola smodata e la lussuria senza freni (vv. 1-8). Raffigura quindi nello specifico gli effetti del morbo, che dalla sfera fisica vengono ben presto trasposti a quella etica: il corpo, privo di ogni 'ratio' superiore, infuria commettendo i peggiori delitti e disprezzando le comuni norme della morale (vv. 9-19). L'ode si chiude con l'esortazione a limitare l'eccesso, in quanto unico mezzo per redimersi dalla malattia, fisica e morale (vv. 20-24).

metro: endecasillabo falecio