Diem hunc sacrum Sisto illi Tertio, pontifici maximo, quem inter viros sanctos Romana ducit ecclesia, eo mihi venerabiliorem habeo

Quare cum brevi ad tuam sim claementiam rediturus, in praesentia longior esse nolui. Vale, pater beatissime, et me commendatum habe.

F. elogia Papa Sisto IV, il quale per la sua virtù fa rivivere e rifiorire la Santità di Sisto III, del quale continua la serie onomastica e vi aggiunge in più la sua fulgida e radiosa sapienza; perciò, secondo la teoria platonica sulla correttezza dei nomi, è chiamato così per sostenere la Chiesa di Cristo che è ormai un edificio fatiscente, che minaccia di cadere in rovina. A tal fine non coopera alcun sovrano cristiano eccetto Galeazzo Maria Sforza, signore di Milano, l'unico disposto a combattere i nemici della Cristianità e i pericoli che la minacciano in questi tempi perigliosi. Per il resto F. esporrà in dettaglio questi argomenti al S. Padre di persona, in occasione della sua prossima visita a Roma, dal momento che ormai le lettere sono spesso intercettate da terzi e non tutto può essere affidato alla corrispondenza epistolare.