Quamrectissime profecto et perquamoptime providit Deus omnipotens suae sacrosanctae religioni, Siste, Pontifex Maxime

idem Nicodemus tuae beatitudini coram exponet. Vale, pater sanctissime, et me commendatum habe.

F. rivolge una lettera d'encomio al Papa Sisto IV, esaltandolo come l'uomo scelto dalla divina provvidenza, grazie alle sue eccellenti qualità morali ed umane, per guidare la Cristianità in questo momento così grave, e condurla in un porto sicuro, lontano dai pericoli che la minacciano. Se i pontefici del passato fossero stati suoi pari, i quattro patriarcati orientali non sarebbero stati perduti. E ora F. si augura che la medesima sciagura non si abbatta sull'Italia, espugnata infine dai Turchi. Per questo, nello stesso tempo rivolge un appello accorato al Pontefice perché svolga un'opera pacificatrice e garantisca la concordia degli Stati italiani. Infine, si appella al Papa perché svolga un'opera generosa di mecenatismo verso gli intellettuali e gli uomini dotti, dal momento che solo la cultura distingue l'uomo dalle fiere. Per i dettagli, si affida al racconto a viva voce di Nicodemo Tranchedini, che esporrà i suoi casi in dettaglio.