Redditae mihi sunt, Mari fili, duae epistolae tuae: prima ad proximas Kalendas, deinceps altera ad Idus Decembres.

sim senex, quod tuae et rei et dignitatis rationem habeam. Deus bene vertat. Vale.

In risposta a due precedenti lettere del 1 e 7 dicembre del figlio Gian Mario, il quale lo sollecitava a testare i suoi beni, F. replica un po' stizzito di godere di buona salute, malgrado i suoi 74 anni. In secondo luogo si augura che possa persistere una buona concordia tra i figli superstiti, dei quali ha pensato di lasciare quelli ancora bambini alla tutela di Gian Mario e si augura che non avvengano liti ereditarie. Inoltre F. depreca che Gian Mario non abbia rispettato le esortazioni paterne, rinunciando al posto di precettore ad Ancona, come già in precedenza ha desistito da incarichi in altre città d'Italia. Quest'incostanza, che già si è manifestata nell'adolescenza, è ora inaccettabile ché egli ha già raggiunto i 46 anni d'età e dovrebbe badare alla sua dignità, invece di accusare il padre come se fosse un vecchio decrepito e invalido.