Quem rumor falso tuum ex Transalpina legatione reditum in Italiam ad nos pertulerat, eum tandem, etsi serus, vero tamen

Idque ut indubitato credam, facit tum naturae tuae benignitas, tum etiam bonitas, qui omni perturbatione liber omnia prudenter pieque metiaris. Vale.

Dopo aver precisato che la notizia del suo falso ritorno dalla Francia si era diffusa da più fonti autorevoli, F. aveva dato una lettera per lui al vescovo di Parma, Sagramoro Sagramori, ma ha compreso poi che non era ritornato ancora dall'Oltralpe. Adesso però che è ritornato certamente in Italia, F. non riesce a dire facilmente a qual punto desideri il ritorno di colui che è sostegno necessario della Sede Apostolica e di tutti gli intellettuali. Da parte sua F. è orbato di una moglie adorata e dei figlioletti, e trova consolazione e sostegno soltanto nel card. della Rovere, il quale rappresenta la sua più grande speranza dopo suo zio, Papa Sisto IV, confidando nella sua benevolenza e nel suo patronato.

La lettera del 15 agosto 1476 inviata al card. Giuliano della Rovere tramite il vesc. Sagramoro Sagramori, sulla base della falsa notizia del suo rientro dalla Francia, cui accenna F. in apertura, è l'ep. XLVI 5.