Lettera al card. Pietro Riario per sollecitare i benefici e professare la sua gratitudine

Dati opera: Epistolae collectae XXXVII 1
Dedicatario/Destinatario: Riario Pietro 
Fonti: Milano, Archivio Storico Civico e Biblioteca Trivulziana, 873, f. 435v
ed. Venetiis 1502 (G. Alamannus), f. 259r
Lingua: Latino
Incipit: 
Quanti ego te semper fecerim ac faciam, pater claementissime, mea plurima monimenta
Explicit: 
utpote qui nullo me officio geram inferiorem, in omnem semper paratus fortunae sortem. Vale.
Data attestata o attribuita: Ex Mediolano, VIII Idus Maias anno a natali Christiano MCCCCLXXIII.
Luogo: Milano
Data normalizzata: 8-mag-1473
Parole chiave / keywords: epistola commendatizia
Regesto: 
F. rivolge una lettera commendatizia al card. Pietro Riario, ricordandogli le opere in greco e latino scritte per lui e lette dagli uomini dotti, che ha composto sempre ben volentieri. Non sempre la virtù aiuta gli onesti, ma la vita del cardinale fin dall'inizio ha mostrato doti eccellenti, amore della sapienza e della verità, capacità di discernimento, riuscendo subito a distinguere un cortigiano simulatore e mendace, che è certo indegno della sua protezione e non merita di ricevere i benefici. All'opposto, F. si proclama non solo degno, ma invero sempre grato per i benefici ricevuti e pronto a ricoprire qualsiasi incarico che il suo patrono avrà la compiacenza di conferirgli.
Indice lessicale: consilium
doctus
fortuna
gratia
gravitas
honestas
mendacium
monimentum
sapientia
simulatio
testimonium
veritas
Riferimenti bibliografici: Francesco Filelfo, Collected letters. Epistolarum libri XLVIII. Critical edition by Jeroen De Keyser, vol. III, Alessandria, Edizioni dell’Orso, 2016 (Hellenica, 54), pp. 1559-60.
Responsabile della scheda: Salvatore Costanza (2015-02-07)
Revisore della scheda: Chiara Kravina (2023-02-23)
Ultima modifica: 2-mar-2023
Creazione: 2-mar-2023
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