Dedi ad te iandiu, pater reverendissime, nonum 'Sphortiados' nostrae librum; quem simul cum aliis octo

tuo facias certiorem. Audio enim apud vos mutabilia esse omnia. Vale.

F. scrive al card. Iacopo Ammannati Piccolomini per sincerarsi della ricezione del IX libro della sua 'Sphortias', che gli ha inviato con i primi otto libri, dal momento che non ha ricevuto alcun riscontro al riguardo e, conoscendo la sua benevolenza e la sua cortesia, teme si sia verificato un disguido, cioè che non gli siano pervenute le lettere che gli aveva mandato tramite Giovanni Pietro Arrivabene, segretario del card. Francesco Gonzaga, conoscendo la familiarità tra i due porporati. D'altra parte F. si lamenta che Sisto IV, un filosofo, versato nelle discipline liberali, ha deluso totalmente le aspettative riposte in lui dagli intellettuali, circondandosi di uomini incolti e rozzi. Perciò F. vorrebbe che torni in vita il compianto Paolo II, uomo alieno dalla menzogna, il quale crederebbe però di trovarsi tra i satiri! In ultimo chiede notizie sull'attuale posizione del cardinale, considerata l'incostanza che regna nella Curia Romana.