Quo magis memoria mecum repeto gravissimum illud atque prudentissimum dictum Cyri Senioris

qui et fidei et beneficentiae tuae perpetuam memoriam prae te feras et quod aliorum culpa commissum est, quamprimum emendaturum te recipias. Vale.

F. rimpiange amaramente con il card. Giovanni Arcimboldi la liberalità di Papa Niccolò V ed il suo splendido mecenatismo, esercitato verso tutti i settori della cultura con un attivo sostegno presso gli intellettuali, sicuri di ricevere il suo supporto e di essere gratificati da lui ampiamente. Pertanto sotto il suo pontificato moltissime opere greche furono tradotte in latino e fiorì una copiosa produzione letteraria. Di contro, per disgrazia oggi si deve deplorare l'avarizia di Papa Sisto IV, buon conoscitore della filosofia naturale e della teologia, il quale non tiene in nessun conto le altre discipline umanistiche e la gloria della filologia. Com'è noto, nessuno può amare ciò di cui è ignorante. Per di più il Papa proviene dall'Ordine dei Francescani Minori Conventuali, che osservano la regola della povertà e, perciò, non vuole essere accusato in alcun modo di prodigalità, e tutti i prelati si conformano di conseguenza al suo esempio. Tuttavia, F. spera che il card. Arcimboldi non rinneghi le antiche promesse nei suoi confronti, essendo immune dalla tabe dell'avarizia e incline, viceversa, alla munificenza.