Τὰ γεγονότα παρ ́ ὑμῖν ἄρτι συμπόσια μεγάλα τε πάνυ καὶ θαυμαστά, καὶ τὰς παντοδαπὰς παιδίας καὶ τοὺς κώμους τοσούτους

σπούδασον οὖν γενέσθαi κἀμοὶ διὰ μισθοῦ ἡμετέρου. ῎Eρῥωσο.

F. ha saputo dalla risposta di Domizio Calderini delle splendide feste, dei sontuosi banchetti e dei magnifici spettacoli, di cui ha goduto a Roma e si rammarica che l'amico non abbia redatto un componimento per eternare il ricordo di questi eventi con i suoi talenti poetici. Si tratta di una grande liberalità con molto denaro dispensato pubblicamente alla folla e F. affetta contentezza per Calderini che si trova in un ambiente così felice e si augura che tutto questo possa ancora durare a lungo. Da parte sua mena un'austera vita da filosofo, al riparo dai rovesci della sorte. Infine, prega di far copiare a proprie spese il codice di Apollodoro, che egli desidera vivamente e che Calderini dichiara di possedere.

L'anno seguente F. fece richiesta di un Apollodoro a Bartolomeo Platina, in ep. XXXIX 15.