Te iure optimo, pater reverendissime, pro tuis maximis et quamplurimis meritis erga me et colui semper et veneratus sum singulari quadam observantia

Vale, pater illustrissime, et ita me tuum esse existimato, ut nemini de me quicquam concedas magis.

F. professa la sua venerazione e la sua gratitudine nei confronti del card. Francesco Gonzaga, auspicando che il sostegno in favore della sua causa rimanga immutato negli anni a venire in questo frangente così difficile. Spera, pertanto, di incontrare il cardinale a Roma prima del Natale; ha bisogno, infatti, di riprendere le forze per poter affrontare il viaggio dopo una grave malattia intestinale con coliche e spasmi dolorosi dovuta al consumo di frutta fresca di difficile digestione. Perciò F. si paragona al mitico Pelia in attesa di una rigenerazione per ritrovare il vigore della giovinezza. Infine, le indicazioni impartite dal card. Gonzaga sono state recepite prontamente come ordini tempestivi.