Usque apud te sum, pater reverendissime. Nam et Romae sum domi tuae, et in praesentia remoratus Mantuae et a patre tuo, munificentissimo principe

Sed haec apud te nimis multa, qui nunquam beneficium habes in foenore. Itaque vale, et me commendatum habe.

F. saluta il card. Francesco Gonzaga da Mantova, dove si trova ospite del padre di lui, il marchese Ludovico III. Così è sempre legato a lui, a Roma per contatto diretto e a Mantova presso la casa paterna. È obbligato a tale sosta forzata, giacché Galeazzo Maria Sforza, signore di Milano, ha vietato l'ingresso in città a tutti coloro i quali provengono dalle zone infestate dalla pestilenza diffusasi da Roma in Lombardia, per timore del contagio. Ma ora aspetta con ansia di rientrare a Milano. Consapevole della grandezza dei meriti del card. Gonzaga nei suoi confronti, professa il debito di gratitudine e afferma di essere a sua completa disposizione,