Guilielmus noster Bergomensis fecit me suis litteris certiorem accepisse abs te Servium Honoratum

verum siquando opus fuerit, poteris semper uti officio meo pro voluntate tua. Vale.

Poiché Guglielmo da Bergamo lo ha informato per lettera di aver ricevuto da Gabriele Pàveri Fontana un codice di Servio, che gli era stato promesso, F. scrive prontamente all'amico e si mostra incredulo che questo codice romano non gli serva, affermando di preferire di farne a meno piuttosto che lasciarlo in difficoltà. D'altra parte, assicura Pàveri Fontana che potrà sempre fare affidamento sul suo intervento secondo i suoi voleri.