Quam tuam erga me benivolentiam, Francisce Guarneri, in dies magis magisque perspicio

verebar enim, si inter hasce nauticas ineptias voluissem longior tecum esse, ne ipse quoque ob incompositum sermonem ineptitudinis reus fierem. Vale.

F. scrive a Francesco Guarnieri perché possa caldeggiare la sua causa presso il card. di Vicenza Marco Barbo, di cui viene elogiata la benevolenza e la munificenza e lo prega d'intervenire in suo favore presso l'illustre protettore, così da cementare la loro amicizia. Infine, si scusa della brevità del discorso elaborato tra i fastidi della navigazione fluviale dalla Toscana alla Lombardia, che gli hanno impedito di comporre un discorso più lungo in forma coerente e retoricamente conseguente.