Haud scio quid optatius mihi potuisset iucundiusque contingere quam ea te usum beneficentia, pater reverendissime

Tuae igitur humanitatis fuerit hoc item benignitatis munus mihi gratificari. Quod, ut facias, te etiam atque etiam rogo. Vale.

F. esprime la sua solidarietà al protettore ed antico sodale Bessarione nella polemica che lo ha opposto alle tesi di Giorgio da Trebisonda, il quale aveva affermato il primato di Aristotele, svalutando radicalmente Platone e la tradizione platonica, accentuandone gli elementi pagani e incompatibili col Cristianesimo. L'occasione del messaggio è il dono di un esemplare dell''In calumniatorem Platonis', da parte di Bessarione. F. ringrazia calorosamente per l'omaggio e si congratula con la replica vibrante articolata sapientemente da Bessarione in risposta alle tesi estreme del Trapezunzio, di cui smaschera gli errori, omissioni, discordanze nella sua traduzione di Platone. La brillante confutazione di Bessarione ha annientato l'impostura di un nemico, che non è mai citato per nome, come nota F., il quale si dichiara pronto a studiare ora attentamente gli scritti di Giorgio da Trebisonda contro Platone per ricavarne il massimo profitto alla luce delle controargomentazioni del suo amico.

La 'Comparatio philosophorum Aristotelis et Platonis' di Giorgio da Trebisonda completata nel 1458 determinò diverse reazioni polemiche a difesa di Platone e della tradizione platonica tra le quali si segnala quella di Bessarione, 'In calumniatorem Platonis' del 1459. L'autore confutato da Bessarione è indicato da F. come Georgius Cretensis: nato in effetti a Creta nel 1395, preferì mantenere nel nome l'indicazione della città sul Mar Nero da cui proveniva la sua famiglia, donde l'appellativo di Giorgio da Trebisonda o Trapezunzio.