Lettera a Bartolomeo Fracanzani sul concetto di 'voluptas'

Dati opera: Epistolae collectae, I 46
Dedicatario/Destinatario: Fracanzani Bartolomeo 
Lingua: Latino
Incipit: 
Triplicem esse vitam hominibus praecipue expetendam
Explicit: 
utrique nostrum non minus facile quam iucundum.
Data attestata o attribuita: Ex Bononia kal. Augustis Mccccxxviii.
Luogo: Bologna
Data normalizzata: 1-ago-1428
Parole chiave / keywords: filosofia
Regesto: 
Dopo aver ricordato che tre sono i tipi di vita cui aspirare secondo i filosofi (contemplativa, attiva e della fruitio), F. li descrive brevemente, soffermandosi sull'ultimo, che è caratterizzato dal legame con la voluptas, il cui concetto tuttavia non è chiaro e univoco e richiede perciò un supplemento di spiegazione. Non è affatto da accettarsi, approfondisce F., l'opinione di chi veda il piacere risiedere nel solo corpo; esso è invece anche dell'animo e, in questo senso, corrisponde a quanto espresso dal greco ἡδονή, e, come appunto la voluptas, può essere onesto o turpe a seconda dei casi. Di ciò è testimone non solo Aristotele (che tra i beni dell'animo pone appunto la voluptas sullo stesso piano di prudentia e virtus), ma anche la dottrina di Epicuro, che a torto è accusato di essere lascivo, mentre a parere di F. è erudito e gravis: anch'egli discusse infatti del piacere insito non tanto nel corpo, quanto nell'animo umano. F. prosegue poi avanzando la propria definizione di piacere quale unione di intelligentia veritatis e di azione onesta: la prima non può che identificarsi con Dio, mentre la seconda è azione che obbedisca al supremo comando della sapientia, la quale domina anche sulla prudentia (che si definisce come comportamento scevro da malicia). F. conclude quindi congratulandosi col Fracanzani per avere scelto un tipo di vita, quella contemplativa, che è caratterizzato da continua virtù dei costumi e può essere assai utile non solo a lui, ma anche agli altri uomini, a patto che egli li renda partecipi di tale comportamento virtuoso: in tal modo si realizzerà per lui senza dubbio una voluptas maxima. F. si augura infine che, giacché un incontro tra i due è per il momento impossibile, la loro unione prosegua tramite lo scambio epistolare.
Autori e testi citati: Aristoteles
Epicurus
Indice lessicale: actio
contemplatio
fruitio
honestus
intelligentia
malicia
prudentia
sapientia
veritas
virtus
vita
voluptas
ἡδονή
Riferimenti bibliografici: Saitta Giuseppe, Il pensiero italiano nell'Umanesimo e nel Rinascimento. I. L'Umanesimo, Firenze, Sansoni, 1961 (2 ed.; La civiltà europea), p. 187.
Concetta Bianca, «Auctoritas» e «veritas». Il Filelfo e le dispute tra platonici e aristotelici, in Francesco Filelfo nel quinto centenario della morte. Atti del XVII Convegno di studi maceratesi (Tolentino, 27-30 settembre 1981), Padova, Antenore, 1986 (Medioevo e Umanesimo, 58; Studi maceratesi, 17), pp. 207-247: 221 nota 55.
Gianvito Resta, Francesco Filelfo tra Bisanzio e Roma, in Francesco Filelfo nel quinto centenario della morte. Atti del XVII Convegno di studi maceratesi (Tolentino, 27-30 settembre 1981), Padova, Antenore, 1986 (Medioevo e Umanesimo, 58; Studi maceratesi, 17), pp. 1-60: 55 nota 110.
Francesco Filelfo, Collected letters. Epistolarum libri XLVIII. Critical edition by Jeroen De Keyser, vol. I, Alessandria, Edizioni dell’Orso, 2016 (Hellenica, 54), pp. 87-89.
Responsabile della scheda: Filippo Bognini (2015-01-28)
Revisore della scheda: Giorgia Paparelli (2023-05-04)
Ultima modifica: 20-feb-2023
Creazione: 20-feb-2023
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