Epistola a Carlo VII con l'esortazione alla crociata contro i Turchi

Dati opera: Epistolae collectae, VIII 24
Dedicatario/Destinatario: Carlo VII 
Lingua: Latino
Incipit: 
Cum tua ego res bellicas diu mecum
Explicit: 
sed ut suam erga te fidem observantiamque ostenderet.
Data attestata o attribuita: Ex Mediolano XIII Kal. Martias MCCCCLI.
Luogo: Milano
Data normalizzata: 17-feb-1451
Parole chiave / keywords: prosopografia
retorica
storia delle crociate
storia dell'Impero turco
Regesto: 
Dopo un iniziale elogio al sovrano Carlo VII come avveduto e capace comandante di eserciti, F. lamenta la nuova forza con cui si rinvigorisce il temibile flagellum dei Turchi e biasima l'attuale negligentia dei popoli e dei sovrani cristiani, inadatti ad affrontare la pericolosa minaccia: solo il suo interlocutore e i Franchi, secondo F., possono opporre resistenza e salvare l'intera cristianità, preservandone l'onore e la gloria, come è volontà di Dio.
F. dunque prospetta al sovrano la progressiva conquista e sottomissione delle isole dell'Arcipelago greco e un sempre più temibile avvicinamento al Mare Adriatico da parte dei Turchi a causa dell'inettitudine dei comandanti degli eserciti e dell'ignavia dei popoli europei: unica eccezione è costituita dai Franchi, capeggiati da Carlo VII, il quale con le sue virtù e le sue capacità è riuscito a sconfiggere avversari valorosi come gli Inglesi e i Tedeschi.
L'autore procede poi nell'encomio del sovrano, ricordando le gesta e le imprese dei suoi avi illustri, che erano riusciti ad affrontare e a contenere l'avanzata dei Turchi, e l'esito positivo della I Crociata, nonostante poi, con la successiva conquista della Terra Santa, i seguaci di Maometto avessero assoggettato quasi tutte le popolazioni dell'Asia. Per affrontare la loro terribile avanzata il re francese non deve guardare solo agli exempla di valorosi uomini romani, di profeti dell'Antico Testamento, degli Apostoli, ma allo stesso Gesù Cristo, sacrificatosi per la salvezza del genere umano.
Viene presentata successivamente la vicenda biografica di Maometto: F. narra come, educato fin dalla giovane età all'inganno, questi avesse conquistato in breve tempo la stima degli Arabi, che iniziarono a considerarlo profeta e a seguirlo nelle sue scellerate conquiste in Africa ed Asia, grazie alle quali le popolazioni medio-orientali si convertirono alla religione, definita superstitio, di Maometto. L'autore descrive brevemente la storia degli Arabi (talvolta chiamati anche Saraceni e Turchi), dalle origini fino al suo tempo, e ribadisce nuovamente la necessità ormai improrogabile di impugnare le armi in difesa dell'universalità cristiana, dando inizio ad una crociata contro Maometto II: il sovrano francese non dovrà fare altro che seguire i consigli di F., il quale gli suggerisce sia le strategie di attacco più efficaci, che i possibili alleati per questa impresa.
L'epistola si conclude con un ulteriore elogio della figura del pius Carlo VII e delle sue vittorie sugli Inglesi, ma anche con un rinnovato appello a intraprendere una guerra contro gli Infedeli per salvare Gerusalemme, il luogo natale della Vergine, per combattere i nemici di Cristo che occupano ingiustamente la Terra Santa, come un morbo appestante: tale impresa consacrerà il re francese all'eterna gloria di Dio.
Indice lessicale: aerumnosus
Algoranum
antecello
barbarus
calo
digladior
flagellum
impius
ingravesco
negligentia
pius
religio
scelus
superstitio
teterrimus
venire sub hasta
ventito
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Riferimenti bibliografici: Francesco Filelfo, Collected letters. Epistolarum libri XLVIII. Critical edition by Jeroen De Keyser, vol. I, Alessandria, Edizioni dell’Orso, 2016 (Hellenica, 54), pp. 426-443.
Salvatore Costanza, Johannes Hunyadi und Matthias Corvinus in Filelfos Episteln: Laus Hungariae und Türkenkrieg, «Acta Antiqua Academiae Scientiarum Hungaricae», 62 (2022) 1–3, pp. 25–43: 30-32.
Responsabile della scheda: Paolo Pontari (2015-03-19)
Revisore della scheda: Giorgia Paparelli (2023-05-02)
Ultima modifica: 15-feb-2023
Creazione: 15-feb-2023
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