Cum essem Romae, ibas ad me quottidie salutatum domi, idemque te per litteras facturum abeunti mihi pollicitus es

(quod certe nolim) migrasse ad Elysios campos. Salutem dicito Pomponio nostro familiaribusque caeteris, ac vale.

F. rimprovera Tommaso Papinio Ipponico per il suo silenzio epistolare dopo che è partito da Roma, mentre durante il soggiorno romano gli aveva dato molte manifestazioni di affetto, porgendogli i suoi saluti quotidianamente e gli aveva promesso che gli avrebbe scritto. Pertanto, F. pretende di sapere se Tommaso si sia dimenticato di lui o sia passato all'altro mondo. Infine manda saluti a Pomponio e agli altri familiari.