Lettera a Pietro Tommasi sulla 'constantia'

Dati opera: Epistolae collectae I 17
Dedicatario/Destinatario: Tommasi Pietro 
Fonti: Milano, Archivio Storico Civico e Biblioteca Trivulziana, 873, f. 4r
Torino, Biblioteca Nazionale, E II 21, f. 6v
ed. Venetiis 1473 (V. de Spira), f. 5v
ed. Venetiis 1502 (G. Alamannus), f. 3v
Lingua: Latino
Incipit: 
Recte mones et peramice ut non vitae minus quam constantiae habeam rationem. Frustra enim eam esse constantiam
Explicit: 
facturus es, siquid ex te et amicorum simul rei profuturum excogitaris. Vale.
Data attestata o attribuita: Ex Venetiis, III nonas Ianuarias anno a natali Christiano MCCCCXXVIII.
Luogo: Venezia
Data normalizzata: 3-gen-1428
Parole chiave / keywords: autobiografia
Regesto: 
Concorda con il consiglio ricevuto dall'amico, secondo il quale si deve badare non solo alla 'constantia' del proprio comportamento, ma anche a mantenersi in vita (altrimenti a nulla servirebbe essere costanti, se si rischia la vita); a proposito della costanza, F. si dichiara assai desideroso di esercitare questa virtù presso l'amico (la quale diverrebbe anche gratitudine verso di lui), rilevando peraltro che spesso, durante l'esistenza, bisogna concedere qualcosa all'esteriorità, che è tenuta in gran conto dagli uomini. Conclude chiedendo al Tommasi di trovare qualcosa che possa essere di aiuto a lui e ai propri amici.
Indice lessicale: constantia
ratio
vita
Riferimenti bibliografici: Francesco Filelfo, Collected letters. Epistolarum libri XLVIII. Critical edition by Jeroen De Keyser, vol. I, Alessandria, Edizioni dell’Orso, 2016 (Hellenica, 54), p. 69.
Responsabile della scheda: Filippo Bognini (2015-01-28)
Revisore della scheda: Chiara Kravina (2023-02-27)
Ultima modifica: 24-gen-2023
Creazione: 24-gen-2023
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