Quod mihi per litteras consulis, incredibili mea cum voluptate complector

litterarum vicissitudine crebritateque sarciamus. Vale.

F. risponde a una proposta del Micheli, la quale, par di capire, consta di un invito a tornare a Venezia per insegnarvi: per il momento F., che pure ringrazia, non può accettare (neppure se venissero proposti "auri montes", egli dice, implicitamente citando Ter. Phorm. 68), anche perché già una volta, cioè al suo ritorno da Bisanzio, è stato deluso dalle promesse dei patrizi veneziani. F. conclude scrivendo al Micheli che egli tornerà a Venezia solo a patto di ricevere equo compenso e adeguata sistemazione; e ciò, in ogni caso, avverrà non prima ch'egli abbia terminato l'anno di docenza fiorentina.