Di quanta benivolenza io sia verso di voi acceso, huomo clarissimo

Piacciave raccommandarme al nostro comuni magnifico patre Cosimo. Vale spes mea.

F. si è risolto a scrivere a Piero de' Medici, in quanto non riceve dal duca Francesco Sforza alcun riconoscimento per le opere che sta componendo, le quali invia al Medici, sicuro che saranno apprezzate. Si tratta dei primi quattro libri della Sforziade e dell'inizio di un'opera di "historia et monarchia in prosa che saranno almeno libri XX". Spera pertanto che il Medici scriva allo Sforza mettendo in luce il valore del poeta, perché possa essere adeguatamente ricompensato. F., infine, chiede a Piero un prestito di cento ducati d'oro, perché possa fornire di dote una delle proprie figlie che sta per andare in sposa, impegnandosi a restituire il credito ricevuto entro un anno.