Lettera a Sisto IV a favore di Città di Castello con appello pressante alla crociata contro il Turco

Opera Data: Epistolae collectae XL 1
Recipient: Sisto IV 
Authors: Filelfo Francesco 
Language: Latino
Incipit: 
Tametsi non eram nescius, pater beatissime Siste Quinte, pontifex maxime, te non minus sapientiae magnitudine
Explicit: 
Quis enim dubitet in extremo Italiae casu universam quoque Christianam religionem funditus ruituram? Vale, pater claementissime.
Attested date: Ex Mediolano, VI Kal. Augustas anno a natali Christiano MCCCCLXXIIII.
Place: Milano
Normalized date: 27-Jul-1474
Keywords: curia romana
storia dell'Impero turco
storia delle crociate
Regesto: 
F. si rallegra che Papa Sisto IV superi tutti i mortali per sapienza e grandezza d'animo, ma deve esporgli alcune idee per il dovere di fedeltà nei suoi riguardi, specie ora che ha compiuto 76 anni di età e riconsidera la lezione dei classici greci e latini, avendo acquisito una varia e multiforme esperienza non solo in Italia, ma anche tra molti popoli stranieri. Non esita perciò ad appellarsi alla clemenza del S. Padre ed invitarlo alla prudenza, somma virtù esaltata da tutti i filosofi, in primo luogo dal suo caro Aristotele. F. intende, infatti, rivolgere un appello a favore degli abitanti di Città di Castello, antica Typhaernum, nei confronti dei quali bisogna usare la mitezza e la persuasione, senza il ricorso alle armi. I Tifernati si sono allontanati dalla loro fedeltà verso il Papa per colpa di altri e possono essere ricondotti facilmente a miti consigli. F. teme che l'uso della forza scateni altre lotte intestine e la situazione pacifica della Chiesa ereditata dal suo sapiente predecessore Paolo II si tramuti in un quadro di rovinose guerre intestine, proprio ora che la minaccia turca è arrivata quasi alle porte dell'Italia, come dimostrano le incursioni a Cividale del Friuli e l'assedio di Scutari in Albania proprio di fronte alla Puglia, che prefigura una testa di ponte per un possibile sbarco dei Turchi sulle coste adriatiche dell'Italia. Sisto IV deve aspirare ad essere amato, non temuto ed odiato come l'Atreo di Accio ed altri tiranni della storia. Di contro il Papa dovrà usare la clemenza e procurarsi l'amore e la venerazione dei sudditi con i benefici, conseguendo una fama immortale ed ispirandosi agli esempi di mitezza dei suoi predecessori Martino V e Niccolò V. Perciò deve evitare le lotte tra Guelfi e Ghibellini che insanguinano l'Umbria opponendo Spoleto e Todi a Città di Castello. Anche con il re Ferdinando di Napoli occorre trovare un'intesa, cosicché la concordia degli Stati italiani sia una premessa per condurre la lotta al Turco che finora grava quasi esclusivamente su Venezia e liberare, quindi, la penisola dalla minaccia della conquista di tali barbari. I Fiorentini possono accordarsi facilmente con Sisto IV, mentre Galeazzo Maria Sforza, signore valoroso ed intrepido, può dare un contributo decisivo alla lotta, mentre anche Genova può armare diverse triremi. Coalizzati gli sforzi di tutti questi stati, non è azzardato pensare non solo di ricacciare i Turchi dall'Italia, ma invero di costringerli alla fuga da Costantinopoli, penetrando nella Propontide e nell'Ellesponto. Bisogna pensare così a Niccolò V, preoccupato di contrastare il nemico feroce ed inumano, quanto di elargire i benefici e premiare gli intellettuali senza parsimonia. In questo periodo in cui si moltiplicano gli attacchi turchi e saraceni è necessario che regni la pace interna in Italia e non si oda il fragore delle armi in attesa dell'indulgenza giubilare. Bisogna salvare Roma, la capitale dell'Impero d'Occidente, mentre la Nuova Roma, Costantinopoli è caduta sotto il giogo di una servitù vergognosa per colpa dell'avarizia e ignavia dei Latini. Pertanto F. domanda retoricamente a Sisto IV il senso dell'assedio dei Tifernati in un momento di estremo pericolo come quello attuale, che richiede al contrario la pace italiana e la guerra esterna contro i Turchi, per cui è necessario che egli si mobiliti, organizzando una flotta potente, altrimenti non meriterà più il nome di Sisto, 'sostegno della Cristianità', ma di Xystos, 'giavellotto' puntato contro la pace dell'Italia che, se sottomessa al nemico, perderà irrimediabilmente la Fede.
Authors and cited texts: Accius, Atreus
Aristoteles
Hesiodus, Op. (763-764)
Novum Testamentum, Io. (14, 27)
Lexicon index: aerarium
aetas
amplitudo
barbarus
bellum
benignitas
concordia
dignitas
ecclesiasticus
expeditio
fides
fortitudo
gloria
honestas
imprecatio
incolumitas
indignatio
indignitas
indulgentia
ira
iracundia
iusticia
magnitudo
mansuetudo
modestia
natio
observantia
officium
pax
periculum
perniciosus
pertinacia
philosophus
pietas
pontifex
praeceptum
princeps
prudentia
saevicia
salus
sapientia
splendor
utilitas
vastatio
veneratio
vulnus
Onomastic-Persons Index: Antioco IV 
Atreo 
Augusto Gaio Giulio Cesare Ottaviano 
Bolognesi 
Cesare Gaio Giulio 
Falaride 
Ferdinando I d'Aragona 
Fiorentini 
Livia Drusilla 
Maccabei 
Martino V 
Mitridate 
Niccolò V, papa 
Nerone 
Paolo II 
Perugini 
Pugliesi 
Sforza Galeazzo Maria 
Tifernati 
Turchi 
Veneti 
Name-Place Index: Britannia 
Calabria 
Città di Castello, ant. Tifernum Tiberinum, Umbria 
Cividale del Friuli 
Costantinopoli 
Egitto 
Ellesponto 
Genova 
Italia 
Propontide, od. Mar di Marmara 
Puglia 
Roma 
Scutari, Albania 
Siria 
Spoleto 
Todi 
Umbria 
Urbino 
Venezia 
Note: 
Per l'etimologia del nome Sisto dal greco 'xyston', giavellotto, vd. ep. XXXV 12 e XXXIX 18 a Teodoro Gaza.
Bibliography Citation: Francesco Filelfo, Collected letters. Epistolarum libri XLVIII. Critical edition by Jeroen De Keyser, vol. III, Alessandria, Edizioni dell’Orso, 2016 (Hellenica, 54), pp. 1661-8.
Responsible: Salvatore Costanza (2015-02-28)
Reviewer: Chiara Kravina (2023-02-28)
Last edit: 24-Jan-2023
Creation: 24-Jan-2023
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