Publico ad nos rumore perlatum est te cum re uxoria redisse in gratiam. Quod certe quanquam de tua egregia sapientia

Qua ipsa de re cum epistolam diebus proximis dedissem ad Carolum Barbavaram, hanc idcirco videri abs te volui, ut rideres. Vale.

F. ritorna a trattare la questione del matrimonio con Paolo Mauroceno, il quale si sarebbe riconciliato con l'istituzione nuziale, a sentire le voci che corrono in merito. E certo aveva scherzato in modo molto raffinato disprezzando un istituto encomiabile per sua natura. Sono, invece, degno di disprezzo le mogli infedeli, le quali non sono contente di un solo talamo e praticano l'adulterio, essendo inferiori alle tortore. Su tale animale F. ha inviato nei giorni scorsi una lettera a Carlo Barbavara.

Il 'contemptus nuptiarum' è stato espresso da Paolo Mauroceno in un'epistola consolatoria a F. per la morte della moglie Laura Maggiolini, in cui paradossalmente lo invitava a rallegrarsi per essersi liberato dal fardello del giogo matrimoniale, come si evince dalla risposta scandalizzata di F. (= XLV 21 del 25 luglio 1476), che si erge a difesa di tale istituto. Sulla lettera inviata nei giorni precedenti a Carlo Barbavara vd. ep. XLVI 22 del 22 settembre.