Faciat Deus omnipotens, ut quamdiutissime ac deinceps tum a me et scribi et dici, tum abs te et legi et audiri liceat

Tu interim vale, meque sanctissimo domino nostro quamdevotissime commenda.

Secondo una consuetudine consolidata in pegno di amicizia, F. scrive a N. Tranchedini nel giorno del suo compleanno; ricorda che è in ottima salute, in forma invidiabile, a dispetto degli anni ed in perfetta condizione mentale; si vanta di essere alieno dall'avidità di beni e perciò perfettamente libero dalla mutabilità del fato e dai suoi colpi avversi. Inoltre rammenta di essere in attesa a breve di un nuovo nato dalla quarta moglie Laura che si aggiunge alla famiglia, quale già nota all'amico ad eccezione del figlio Senofonte morto a Ragusa dalmata. Soltanto aggiunge di non avere abbondanti ricchezze, dal momento che, ad eccezione del munifico Borso d'Este, tutti i principi sono concentrati solo sull'accumulo di ricchezze, senza concedere benefici e senza impegnarsi neppure nella Crociata contro i Turchi per liberare l'Italia dal pericolo.