Consenuimus, Nicodeme, ideoque redditi sumus ad scribendum aliquanto quam antea tardiores

Vale, et me splendidissimo Romanae amplitudinis syderi reverendo cardinali Rotomagensi, commendato etiam atque etiam.

F. scrive a Nicodemo Tranchedini per chiedergli d'intervenire d'autorità presso Marco Antonio Scalamonti e fargli restituire un codice delle sue 'Satyrae' che gli appartiene e che aveva lasciato al padre defunto del suddetto, Francesco, per recarlo ad alcuni uomini fidati della sua città natale di Tolentino. Ma i Tolentinati non si sono interessati di recuperare il codice, Scalamonti padre non ha compiuto la missione affidatagli e il figlio ora nega di possedere tale esemplare. Tranchedini è pregato di risolvere la spinosa questione. Infine, F. prega il corrispondente, nella sua qualità di ambasciatore ducale presso la Curia Romana, di raccomandarlo al cardinale di Rouen, Guillaume d'Estouteville.