Noram futurum, eodem afflatus numine, quo soleo, ut proximis tuis litteris me adhortareris

et celeres sunt et nequaquam boni. Tu interim vale, et me sanctissimo domino nostro quamdevotissime commenda.

F. si rivolge a N. Tranchedini, il quale gli aveva consigliato il 7 gennaio di scrivere una lettera al Papa Sisto IV sulla necessità di incitare i principi italiani alla concordia e muovere guerra al Turco e lo informa che ha inviato tale missiva il 13 dello stesso mese, insieme con due carmi, uno in versi latini e un altro in versi greci di eguale estensione. Le lettere dell'amico gli sono state recapitate dal figlio di lui, Pietro Antonio Tranchedini, del quale F. loda la buona disposizione ad apprendere e a procurarsi gloria privata e pubblica, cosicché non ha bisogno di lui come precettore. F. si augura poi di essere utile al pontificato attuale grazie al patronato di Tranchedini e che si verifichi davvero un oculato mecenatismo dei dotti e non si disperdano le ricchezze elargendole agli immeritevoli e agli incolti. Ricorda, pertanto, il beneficio di 400 denari concessogli da Papa Paolo II proprio pochi giorni prima della sua morte con l'intervento opportuno di Tranchedini e si augura che qualcosa del genere avvenga anche ora con Sisto IV, il quale così facendo si mostrerà all'altezza del suo ufficio. Infine, F. ricorda con angoscia il recente passaggio della cometa, sempre carico di presagi funesti.