Occurristi tu sane peropportune, Marce Aureli, mihique de Italiae salute propermodum desperanti falsam omnem

Caetera quae scripsisti ut optatis tuis nostrisque respondeant, desydero plurimum. Reliquum est ut me quibus soles commendatum reddas. Vale.

F. si rallegra che Marco Aurelio ha smentito i suoi timori che la situazione per l'Italia sia completamente disperata e non vi siano ulteriori margini di azione. Sono ormai di pubblico dominio le notizie sulla fine della guerra tra i Turchi e il sultanato di Uzun Ḥasan, e la stipula della pace tra le due potenze. Del resto per autopsia, avendo trascorso un settennato a Costantinopoli, F. conosce bene la perfidia dei Turchi, le loro astuzie ed i loro inganni. D'altra parte la risposta di Marco Aurelio gli ha chiarito che il pericolo turco sarà a breve estremamente serio a causa dell'accidia e dell'indifferenza e avidità degli stati occidentali. Infine, apprende con favore che le munizioni destinate a Uzun Ḥasan non siano state intercettate a Cipro dai pirati catalani responsabili dell'uccisione di Andrea Corner, e spera che Venezia possa restaurare la sua autorità sull'isola. In ultimo si augura che i comuni desideri si avverino presto.